
“Ci sono tre momenti particolarmente importanti nella storia della Salerno longobarda : quello della costruzione della città, nel 774, da parte di Arechi; quello della divisione del ducato beneventano con la nascita di due principati autonomi, nell’anno 849, con Salerno che non è più la seconda sede principesca accanto a Benevento, ma diventa sede unica ed esclusiva di un principato completamente autonomo ; il terzo momento significativo , con la dinastia dei Guaimario, è quello in cui Salerno raggiunge l’apice della sua potenza commerciale ed economica grazie al porto ; il suo apice culturale, grazie allo sviluppo della Scuola Medica ; la sua massima potenza politica alla vigilia dell’avvento dei Normanni che conquistano la città con Roberto il Guiscardo. Salerno vive con la civiltà longobarda il suo momento più brillante in cui si crea il mito dell’Opulenta Salerno che viene richiamato anche nelle monete in rame , coniate a Salerno, con l’immagine di Gisulfo II che sarà l’ultimo principe longobardo della città che diviene crogiuolo di tutte le principali culture mediterranee”. A parlare della società salernitana nel periodo longobardo è stato il professor Claudio Azzara, docente di Storia Medievale presso l’Università di Salerno, in occasione del convegno “La città e società urbana nell’Alto Medioevo: esempi a confronto”, organizzato sinergicamente dal “Rotary Club Salerno Est”, presieduto dal professor Rodolfo Vitolo, e dall’associazione culturale “Erchemperto”, presieduta dall’archeologa Paola Valitutti, svoltosi in due giorni presso l’Hotel Mediterranea e la Sala degli Stemmi dell’Arcivescovado di Salerno. Alcuni tra i massimi specialisti italiani sulla città altomedievale delle università italiane , invitati dal professor Alessandro Di Muro, Direttore Scientifico del convegno, hanno sviluppato l’analisi storica di sei città: Salerno, Benevento, Capua, capitali dei Principati Longobardi del Mezzogiorno, Brescia, Matera e Napoli che sono state analizzate e messe a confronto, sotto vari aspetti: urbanistico, archeologico, socio – economico, storico –artistico e storico – culturale. “ Le città Alto Medievali sono il germe delle città moderne. Le radici delle città moderne si possono ritrovare più nell’Alto Medioevo che nell’età romana ” ha spiegato il professor Alessandro Di Muro, docente di Storia Medievale presso l’Università della Basilicata, che ha parlato anche della società capuana tra i secoli VIII e X. Sempre della città di Capua ha parlato nella sua relazione “Capua vetus, Sicopoli e la nuova Capua sul Volturno: dinamiche insediative del nucleo urbano fra tarda antichità e altomedioevo” il professor Nicola Busino, docente di Archeologia Medievale presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli che si è soffermato a illustrare le fasi cronologiche della basilica di Santa Maria delle Grazie della Capua Vetus .